Quantcast
Viewing latest article 1
Browse Latest Browse All 58

UN AVVERSARIO LEGNOSO

Image may be NSFW.
Clik here to view.
LICIO  ESPOSITO    RISPONDE

 

Da: Fabio Fiaschi

Data:24 agosto 2014

A: Licio Esposito

 

UN AVVERSARIO LEGNOSO

 

Quando mi svegliai era notte fonda.

Una mano mi stava strattonando.

Col cuore in gola e la mente confusa ci misi qualche secondo per capire dove stavo, con chi stavo.  Poi decifrai.Ero in una stanza d'albergo.

E la mano che mi stava tirando era quella di Gigi Cardaccia.

Non avevo mai dormito con Gigi.Non perchè avessi qualcosa contro di lui, o perchè lui avesse qualcosa contro di me! Semplicemente non era mai capitato.

Quando si gira in lungo e largo per l'Italia, con decine e decine di compagni, in decine e decine di alberghi, finisce che ci si adatta a dormire un po' con tutti, un po' dappertutto.

Così capitano compagni di camera che russano, che parlano troppo, che non dicono una parola, che non si lavano i piedi, che si addormentano all'istante, che non dormono per niente. Che leggono prima di dormire, che ascoltano musica prima di dormire, che si fumano una sigaretta prima di dormire, che guardano il soffitto prima di dormire, ecc.

La tipologia del compagno di camera è così vasta e varia che comprende centinaia di manìe, di rituali, di caratteristiche, di vizi, di comportamenti.

E poi ,in fin dei conti, chi dorme con te, chiunque sia, è sempre uno dei tuoi, della tua squadra, uno che vedi ogni giorno, uno che rema dalla parte tua, uno che veste i tuoi colori, uno che condivide i tuoi obiettivi.

Nonostante ciò, il rituale del sonno non si spalancava volentieri a tutti ed, anzi, si preferiva sempre dormire con lo stesso compagno, o perlomeno con uno dei soliti compagni.

Così, ho visto, nell'arco degli anni, compagni di merende e di sonno indissolubili: Sgherri-De Amicis, Castellano-Leone, Gialloreto-Paolini, Valà-Canzanese, ecc.

E c'era pure chi preferiva dormire quasi sempre da solo...Genovasi, Venturelli, se non sbaglio Di Carlo, ecc.

A me è capitato di dormire un po' con tutti...Petrelli, Alfieri, Scarabelli, Presicci, ecc., ma i miei compagni di camera preferiti erano due: Michele Punzo e Nicolino Di Renzo.

Con Michele praticamente riposavo ogni giorno, visto che alloggiavamo nello stesso albergo a Manoppello Scalo, per cui dormirci insieme anche durante le trasferte non mi creava nessun problema.

Era la normalità.

Chiacchiere, sigarettina (sua!!), due risate, partitella a scopa per sfotterci e per giocarci la colazione, poi io leggevo e lui guardava la televisione, e quindi nanna.

Nessun rituale da modificare, nessun compromesso notturno da fare.

Anche con Nicolino pernottavo volentieri, perchè, anche con lui, come con Michele, c'era un'intesa perfetta ed un rituale simpatico: chiacchiere politiche e sociali (Nicolino era politicamente ed ideologicamente molto coinvolto), sigarettina (sua!!), due risate, poi leggevamo (lui saggi, biografie e roba impegnata; io gialli, thriller e romanzi), e quindi nanna.

Usanze, quindi, consuetudini, tradizioni serali che si preferiva mantenere e tutelare, custodire e difendere.

Poi, ogni tanto, arrivava qualche allenatore e, per scaramanzia, per esperimento, per verifica, per mischiare le carte o, semplicemente, per far vedere che deteneva lo scettro del comando, decideva lui l'assetto delle camere e, in un attimo, rovesciava tutto, rituali, intese, accordi, scopette e sigarette.

Quella sera il mister, nello scegliere le stanze, si era avvalso di una tecnica semplice ed essenziale: seguire il numero delle maglie!!

Così il buon Gigi Cardaccia, che solitamente indossava la maglia n°8, era capitato con me, che portavo la n°9. Ma dormire con Gigi non era un problema.

Era un marchigiano simpatico, socievole, loquace, sanguigno, uno con cui si stava bene insieme, in campo e fuori dal campo, in camera e fuori dalla camera.

La sera, prima di addormentarci, avevamo parlottato un po', chiacchierando più che altro della partita del giorno dopo.

Poi Gigi aveva cominciato a lamentarsi di qualche doloretto allo stomaco e così aveva preferito smorzare le chiacchiere e precipitare in un buon sonno:”Una bella dormita mi farà passare questi doloretti e mi rimetterà in sesto!”

Ma il sonno non era stato buono, e nemmeno lungo, visto che era appena l'una e trenta quando la mano di Cardaccia aveva cominciato a sfrugugliare la manica del mio pigiama:”Aiuto Fabio...aiutami...sto male...ah ..ah...mamma mia che dolore!”

Confuso e allarmato mi ero drizzato a sedere:”Che c'è, Gigi...che c'è? Che cosa ti fa male?”

Lui si contorceva:”Ah...lo stomaco....la pancia...non lo so.....dolori fortissimi...ah ah...aiuto”.

Non sapevo cosa fare.

Ma non c'era molto da fare. Se non chiamare il dottore:”Torno subito...resisti!!”

Mi ero precipitato fuori dalla stanza, avevo raggiunto la stanza del medico, lo avevo tirato giù dal letto.

Ma la visita, le domande, le palpazioni, i primi accertamenti di Paolo Tamburro non erano serviti né a chiarire il problema né, tantomeno, a togliere dolori e fitte al povero Gigi.

Non rimaneva che il ricovero veloce in ospedale.

L'ambulanza era arrivata rapidamente e, nel giro di poche ore, il mistero era stato svelato.

Durante la cena, il buon Gigi, nel mangiare un involtino, aveva ingoiato, ovviamente a sua insaputa, pure lo stuzzicadenti che solitamente si usa per tenere insieme la carne.

Ora, lo stecchino che incautamente viene ingerito, oltre che doloroso, è anche molto pericoloso, perchè può bucare l'esofago, lo stomaco, l'intestino, l'arteria epatica, ecc., causando lesioni, emorragie, aneurismi.

L'esame endoscopico al quale Cardaccia era stato immediatamente sottoposto aveva evidenziato l'inconfondibile sagoma del diabolico e subdolo legnetto.

Gigi fu operato d'urgenza e tornò in campo solo dopo qualche settimana di riposo e di convalescenza.

Centrocampista grintoso e generoso, dotato di buona tecnica e di grande agonismo, Cardaccia dette il suo preziosissimo contributo per la vittoria del campionato di Serie D, nella stagione 1986/87.

In quell'anno, che fu definito una sorta di marcia trionfale per i colori neroverdi, il buon Gigi ringhiò sugli avversari senza remore e senza pietà, conquistando e smistando palloni, vincendo takle e contrasti, sbaragliando caviglie e polpacci, sbranando registi e trequartisti, travolgendo mezzepunte e fantasisti.

In quell'anno, così pieno di gloria e di soddisfazione, solo un avversario riuscì ad avere la meglio su Gigi Cardaccia. Un avversario legnoso.

Lo stuzzicadenti.

 

UN  AMICO SI PUO’ SEMPRE SOPPORTARE.

Caro sig. Fabio,

Per me uno dei migliori aneddoti per spirito ed acume umoristici. Perchè? Il suo atteggiamento in sintesi é ben riposta, certo che poteva essere anche allucinante specie per coloro che si sono trovati testimoni di un avvenimento, direbbe quasi naturale. Certo, qualcuno dice che è possibile. Io dico che si può ridurre e magari con l’età si può diminuire oppure il contrario cioè peggiorare.

Riflette anche cose e fatti che mi sono accaduti e anch'io ho molto da raccontare per delle volte che ho dormito in compagnia di persone, anche se conosciute, nei congressi o riunioni oppure occasioni per cui ci si è ritrovati insieme a persone amiche, ma capitare nella stessa stanza. Insomma scriverò un accenno di contro-aneddoto perché queste sono le cose che succedono o possono accadere, perché capitato anche a me. Era, chiamiamolo collega di riunione, abbastanza giovane e non aveva nessuna di quelle, io le chiamo così, manie che tutti quanti presentiamo in certe occasioni. Naturalmente io non sapevo di questa”anomalia” quando nel pieno della notte mi risvegliai da un sibilo lacerante che andava e veniva a tratti, accompagnato, da un ronfò. All’istante non capii cosa fosse. La mia mente, temporaneamente ottenebrata, allora si risvegliò ed io non feci altro che costatare che il mio compagno di camera russava.  Quel sibilo inspiratore alternato era fuori da ogni ragionamento. Per completare il sonno ho cercato di tapparmi le orecchie con mezzi impropri, ma non riuscii a dormire affatto. A lei massima comprensione che avuto la capacità di comprendere magari con l’esclamazione: “È sempre uno dei tuoi”. Allora una domanda che mi ero posto era: ma forse ognuno di noi si comporta allo stesso modo senza poterci fare niente. Quando qualcuno lo fa notare vorrei sapere qual è il nostro comportamento, se ci fosse capitato. Ma forse è meglio sorvolare e declamare:”chi è senza peccato scagli la prima pietra!”

 

Alcuni cenni sul campionato che ha portato alla promozione in serie C2.

Il percorso del nostro citato CARDACCIA LUIGI, ala-centrocampista, (26-7-1959,Orvieto-TR)(cresciuto nella PRO VASTO) PRO VASTO,1977-78(33p,1r), Serie C/C,    PRO VASTO,1978-79(32p,1r), Serie C2/C.     V.SENIGALLIA, 1982-83(28p,1r),1983-84-85, Serie C2/C.     CHIETI,1986-87,Interregionale/H.

Nel 1985-86. L’inizio si incomincia con la collaborazione tra Barbiero e Mancaniello, ma poi considerata difficile la loro cooperazione ci sarà la loro separazione. Incomincia la gestione manageriale del dott. Mario Mancaniello  e dei suoi collaboratori che apriranno una fase del calcio teatino da non dimenticare. In sostanza comincia una nuova Era.

Marcatori: 14 reti: Lotorio(PINETO),   13 reti: Bonaldi (Fermana), Cappellaccio (Manfredonia)  12 reti: Cassano (LANCIANO), Fiorillo (VASTO), 11 reti: Valà (CHIETI). 10 reti: Capone (Fermana), Bordon (Lucera)   9 reti: Fiaschi (CHIETI), Menna (LANCIANO),  8 reti: Di Renzo (CHIETI),  7 reti:De Pasquale(Canosa), Pennacchioni (Monturanese), Divisi (Porto S.Elpidio), Criber e Scocco (TOLLO).

 

La classifica finale: LANCIANO; 42, CHIETI; 42, Monturanese; 37, Tolentino; 35.

Ma le due squadre non sarebbero dovute arrivare a quella situazione. Il Chieti era (secondo alcuni esperti), vincitore designato del campionato, con: Fiaschi, Valà, Marangi, Petrelli, Canzanese, Di Renzo erano tutti calciatori di categoria superiore.

 

Nello spareggio il Chieti perde ai rigori.

18 maggio 1986- Girone H - a Latina: LANCIANO-CHIETI          4-2 (dopo calci di rigore)

LANCIANO-CHIETI  4-2 (dopo i calci di rigore)

A fine campionato Furono ceduti: Canzanese(Pineto), Cittadino, La Palma(allenatore Francavilla F.), Marangi, Punzo(Fermana), Roma  Jezzi.

Nel 1986-87, Il Chieti prende alcuni giocatori: Borrelli(Barletta), De Amicis G.(Reggina), Cardaccia(Senigallia), Genovasi(Jesi), Gialloreto, Ilari(Massese), Paolini Fab., Sgherri(Barletta).

La classifica finale: CHIETI; 46, Manfredonia; 38, Monturanese; 37, Fermana; 33.

CHIETI  promosso in serie C1.

Marcatori:   14 reti: D’Errico ( Manfredonia)    12 reti: Capone (Fermana)   11 reti: Sgherri (Chieti), 10 reti:  Andreozzi (Cingolana) 9 reti: Fiaschi (Chieti) 8 reti: Fiorentino (Monturanese), Iurlo e Salvatore (Tortoreto Lido).  Di Florio(Val di Sangro),  Paolucci (Vasto 82’).   7 reti: Petilli (Corato); Gentile (Manfredonia); Pucci (Pineto

 

Nella festa finale non si dimentica lo spareggio perduto nell’incontro con il LANCIANO, l’anno precedente, ai calci di rigore- A mio parere, la perdita della partita per la promozione alla Sr C travalicava l’avvenimento sportivo e calcistico e si poneva nell’ottica dell’acceso campanilismo che esisteva, e che esiste tuttora ma non toni meno accentuati, tra Chieti e Lanciano. Quando nel dopoguerra si scatenò la guerra delle provincie, le due città rivaleggiarono per la costituenda  nuova provincia  che, all’epoca, doveva formarsi. Uomini politici di entrambe le città scesero in campo, da una parte per mantenere propri confini provinciali (Chieti) e l’altra per diventare nuova provincia  (Lanciano). Quando, con lo scorrere degli anni la cosa fu momentaneamente accantonata o congelata, i rapporti, dal lato sportivo, si arricchirono di nuovi elementi e stimolazioni.

Eliminare quindi  la squadra rivale in uno spareggio, anche se calcistico, rimane sempre una piccola rivincita. Ma la storia dei derby con Lanciano continua!

Gli avvenimenti calcistici del Lanciano hanno avuto una accelerazione negli ultimi anni rispetto al palmares del Chieti.Comunque loro hanno avuto la grande soddisfazione di salire di categoria rispetto al titolo o blasone che si cerca di classificare il Chieti calcio. Forse anch’io esagero un po’, ma il titolo del Chieti si riferisce ai campionati totali di serie C, da quando è stata formata. Poi nel generale siamo chiusi dal Pescara, L’Aquila, Castel di Sangro e Lanciano

Sig. Fabio, in tutti i casi, grazie e proseguiamo sempre sulla nostra strada.

Cordialmente.

Licio

PS: In copertina Il momento dei festeggiamenti per la promozione in serie C2 (22 marzo 1987), con i giocatori e Mario Mancaniello(leader Gruppo).Ringrazio per la foto Gino Di Tizio.


Viewing latest article 1
Browse Latest Browse All 58

Trending Articles